29 giugno, 2008

Храм Афины

Храм Афины

Как план, так и фасад были канонического типа, с уменьшением величины боковых интерколумниев. Колонны слегка расширялись в центральной части (энтазис) и имели 20 каннелюр, в то время, как эхины капителей были немного сплюснуты (этот элемент позволяет датировать возраст колонн). Наос, не имевший внутренних опор, завершался опистодомом. – Желобки, по которым стекала дождевая вода, были выполнены в форме свирепых львиных морд, в то время, как позолоченный щит на восточном фронтоне (виа Рома) служил указателем для моряков, прибывавших или уезжавших из Сиракуз.

Перевод с итальянского Ольги Соловей

Sicilia e...altro



Galleria Roma
via Maestranza 110
Sicilia e... altro
pittura e scultura di
Salvatore Nizza
5 - 15 luglio
LA COMMEDIA DELL'ARTE (o della vita)
Nizza rimescola le carte dell'arte mostrandoci le scene della sua (nostra) commedia della vita usando i colori della fantasia per giocare con gli stereotipi della sicilianità, o dell'arte, o di tutto ciò che costituisce seriosa e drammaticamente intensa liturgia del vivere.Il surrealismo e le fantastiche visioni di Salvatore Nizza sono senza dubbio un lavoro originale, scaturito da un genio arti stico consapevole e caparbio, deciso a voler esprimere il senso delle cose e forse anche il senso stesso della vita a partire dal caso, cioè dalla combinazione non organizzata di materia ed eventi.Immanuel Kant soleva ricordare che "Dio ha inserito un'arte segreta insita nelle forze della natura che consente a quest'ultima di modellarsi passando dal caos a un perfetto sistema del mondo", ed è proprio sulla base di questo meccanismo ancestrale che materiali (industriali di recupero), supporti di ogni specie, idee e visioni si combinano nella fantasia dell'artista alla ricerca di un modo per venirne fuori in una sorta di ordine rabberciato, compiuto almeno per un momento, per quel momento, per quell'attimo in cui si mette insieme LA COMMEDIA DELL'ARTE (o della vita) l'idea con la creazione ed il caos non è più tale ma diventa espressione di arte e quindi di vita.Come un medium che percepisce i segnali di un'altra dimensione non umana, Salvatore Nizza lascia che i colori gli parlino, lascia che segni o sfumature ovunque intraviste o realizzate inneschino il riordino del caos, si interfaccino con i pensieri per trarne una conclusione visiva, anche filtrata dalle sue stesse quotidianità che alimentano e condizionano la sua visione del mondo.Un mondo ed una società globale di persone che Salvatore Nizza guarda con affettuoso distacco perché sa di averli in parte capiti e decifrati, soprattutto sa di aver maturato l'esperienza giusta per prendersi gioco di quegli aspetti seriosi, ufficiali e di facciata, da relegare ai ranghi delle miserie umane, che con sempre maggior fatica stentano a trovare spazio tra ciò che è intelligente e realmente utile all'umanità.Come un cantastorie burlone ci racconta i quadri di una grottesca commedia della vita in cui si muovono baffi autoritari e ironici arlecchini tra i miti precostituiti della cultura e dell'arte a loro volta riportati alla dimensione dell'effimero e dell'umano in senso stretto.A metà strada tra la grafica e la pittura, il fumetto e la pittura concettuale, i suoi lavori ci mostrano gli stereotipi dellanostra Sicilia e dei costumi che ad essa appartengono e che ben conosciamo, rivisitati e interpretati con sarcasmo ed ironia in dosi non mortali, affinché il messaggio giunga leggero, benché carico di un recondito, ineluttabile pathos.I lavori di Salvatore Nizza non sono solo da osservare ma anche da ascoltare, essi parlano delle nostre verità con la lingua dei colori e dei segni usati con la tavolozza delcuore.
Salvatore Zito

27 giugno, 2008

Storia degli ebrei dal II sec.a.C. al 1492 a cura di Mariarosa Malesani

Giorno 26 Giugno alle ore 18,30
Mariarosa Malesani ha parlato di:
Storia degli ebrei dal II sec.a.C. al 1492 Primi insediamenti
Periodo romano
Alto medioevo
Insediamento in Ortigia
Periodo normanno e prime restrizioni
Tensioni tra ebrei e cristiani
1492 espulsione
Cenni sulla storia del popolo ebraico
Costumi, feste e riti del popolo ebraico
Bagno ebraico
Sinagoga
Case e botteghe
Attività e commerci
Marrani e convertiti apparenti
Cognomi
Importanza fondamentale sull'economia siracusana e anche europea dell'operato ebreo
Il quartiere della Giudecca
Commercio di schiavi
Gli ebrei a Siracusa e in Sicilia dopo il 1492
Inquisizione spagnola
era presente il Rabbino di Siracusa Rav Prof. Dott. Stefano di Mauro

Castello Maniace Siracusa


Siracusa
Il Castello Maniace

Греческий театр в Сиракузах

Греческий театр в Сиракузах
Перевод с итальянского Ольги Соловей

Театр в Сиракузах в его нынешнем виде – результат масштабной реконструкции, произведенной в III в. до н.э. при Гиероне II. Однако более древний театр, чье существование документально подтверждается с V в. до н.э., располагался на том же месте. Сиракузанский мимеограф Софрон, живший во второй половине V в. до н.э. сообщает имя архитектора самого древнего театра: Дамокопос, по прозванию Мирилла (Eustazio, Schol. ad Odyss., III 68). Диодор вспоминает, что Дионисий прибыл в Сиракузы из Джелы в 406 г. до н.э. в тот момент, когда горожане выходили из театра (XIII 94): театр использовался, как и повсюду в Греции, для собраний народной ассамблеи (это следует и из других текстов: Плутарх, Жизнь Дионе, 28; Жизнь Тимолеонта, 54; 38). Присутствие в этом же месте более древнего театра явствует из еще одного фрагмента (Плутарх, Жизнь Тимолеонта, 38), согласно которому Тимолеонт направлялся в театр, пересекая агору (возвращаясь, вероятно, из Ортиджи), единственную дорогу, ведущую к Неаполису; кроме того, Диодор, среди монументов, построенных Гиероном II вспоминает большой алтарь «рядом с театром»: последний не относится к произведениям Гиерона II, а значит, существовал ранее. В этом театре проходили знаменитые представления, такие как «Этнянки» Эсхила, трагедия созданная для Гиерона после основания в 476 г. до н.э. первой колонии Этна на месте Катании. Персы, согласно Эратостену, также показали свой первый спектакль в Сиракузе (Schol. ad Aristoph., Ranae 1028). ...........

Aspetti storici e ambientali del territorio al nord di Siracusa


Galleria Roma
via Maestranza 110
Siracusa
per i giovedì della Galleria
Vittorio Giaracca parlerà degli
"Aspetti storici e ambientali del territorio al nord di Siracusa"
giovedì 3 luglio ore 18,30

26 giugno, 2008

"Canti della tradizione popolare siciliana"


Galleria Roma
Via Maestranza 110 Siracusa

domenica 29 giugno alle ore 18,00
"Canti della tradizione popolare siciliana"
Adattamento e Libera interpretazione di alcune canzoni tratte dal repertorio dei canti della tradizione Siciliana di fine '800
a cura di Tonino Bonasera e il suo gruppo.
Marco Alderuccio: Violino
Antonio Bonasera: Flauto – Fischietto
Gianluca Cocco: Fisarmonica
Tonino Bonasera: Chitarra – Voce
I canti della tradizione contadina restano ormai solo nella memoria degli anziani e di quanti come Bonasera cercano di farli conoscere ai giovani. Questi canti venivano eseguiti durante il lavoro nei campi ma anche nelle riunioni conviviali, feste e serenate. La musica e i canti della tradizione popolare sono documenti che ci aiutano a comprendere la mentalità di un popolo, i suoi usi e costumi. La civiltà contadina di fine '800, non è immaginabile senza i canti dei carrettieri, i canti d'amore, i canti dei carcerati e i canti di lavoro. Canti composti da altri, e appresi oralmente nei luoghi di lavoro, infatti in minima parte l'origine della canzone era locale, quasi sempre si trattava di componimenti nati altrove, testi e melodie, passando di bocca in bocca, di paese in paese, subivano mutazioni soggette alle capacità mnemoniche o all'inventiva individuale .

24 giugno, 2008

gli Ebrei a Siracusa


per i giovedì della Galleria
giovedì 26 Giugno alle ore 1830
Mariarosa Malesani parlerà
Degli Ebrei a Siracusa
Storia degli ebrei dal II secolo a.C. al 1492
Cenni sulla storia del popolo ebraico

22 giugno, 2008

Salvatore Nizza


MOSTRA DI PITTURA E SCULTURA
Sicilia e... altro
di Nizza Salvatore

a cura di CIRO MANDA
dal 5 al 15 Luglio 2008
inaugurazione ore 18,30
presso la galleria Roma
via delle Maestranze, 110 - Siracusa
Presentazione a cura di Salvatore Zito
La serata sarà commentata da aneddoti
e racconti siciliani dell’attore Salvo Bottaro

AGLI AMICI DELLA GALLERIA ROMA


AGLI AMICI DELLA GALLERIA ROMA
Sono felice miei cari Amici, di averVi incontrato nella mia strada allegri e felici , ricchi di tante
Esperienze da offrire, e con tanta voglia di ardire.
Parliamone un po’ ad uno ad uno , iniziando da Lui il tanto amato “Corrado Brancato” ! Col suo sorriso
Simpatico e accattivante, riesce ad attirare sempre tanta gente.
Vittorio Giaracca , sempre vestito con pantalone e giacca, se comprendi il suo carattere Riflessivo e un po’ impulsivo, Ti convince sempre più del suo pensiero introspettivo.
Nicotra Amedeo che con il suo baffo folto e robusto, dà l’impressione di un grosso arbusto, ma poi Ti accorgi che all’apparenza, si antepone sempre l’Essenza.
Per non parlare del Presidente, o meglio dire Salvo Zito, sempre di corsa ma sempre compito.
Ed ancora Rosario, si proprio lui Rosario Fortuna, arriva, saluta, rimane un po’ e subito dopo scappa via, con quel suo fare un po’ imbarazzato e un po’ indaffarato.
C’è anche lui Sebastiano Moscuzza, da me ribattezzato “Januzzo” Riflessivo ,Filosofico e di ingegno aguzzo.
Un alto personaggio dell’allegra compagnia , è lo scultore Bevilaqua, con quell’aria un po’ intrigante, codino in testa un po’ stravagante.
E il dottore Nando Risi,che con le sue mille poesie dedicate alle sue tante amate e non, suscita simpatia e sorrisi.
E poi c’è lui Enrico Adorno, dall’aria un po’ burbera, ma simpatico artista un po’ lunatico.
Un altro viso simpatico e caro appartiene a quello di Antonella Carbonaro, pittrice e artista affermata, dall’aria stravagante, ma molto curata.
Ci sono anche Io la fotografa Marika , sempre alla ricerca di qualcosa da immortalare si fa vedere
In galleria per un po’ di giorni e poi come per incanto di colpo scompare.
Non posso non menzionare il di tutti amico carissimo, persona semplice Allegra e presente. Il nostro tanto amato sempre più ricordato “Ciccio Allegra”, che col suo modo di fare semplice, riflessivo, simpatico e con la parola giusta al momento giusto , nonostante la sua inaspettata “Assenza”, ha lasciato nel cuore di ognuno di noi tanta dolcezza e tanta “Essenza”.
Ora mi congedo miei carissimi amici , Vi ringrazio per questo spazio e Vi auguro che questo Evento tanto apprezzato, continui nel tempo e sia sempre tanto “Amato”…………..


Marika Cassone














19 giugno, 2008

Storia degli ebrei dal II sec.a.C. al 1492


26 Giugno alle ore 18,30
per I Giovedì della Galleria
Mariarosa Malesani parlerà della
Storia degli ebrei dal II sec.a.C. al 1492
Primi insediamenti Periodo romano Alto medioevo Insediamento in Ortigia Periodo normanno e prime restrizioni .
Tensioni tra ebrei e cristiani1492 espulsione
Cenni sulla storia del popolo ebraico
Costumi, feste e riti del popolo ebraico Bagno ebraico Sinagoga Case e botteghe Attività e commerci Marrani e convertiti apparenti Cognomi Importanza fondamentale sull'economia siracusana e anche europea dell'operato ebreo
Il quartiere della Giudecca Commercio di schiavi Gli ebrei a Siracusa e in Sicilia dopo il 1492 Inquisizione spagnola

18 giugno, 2008

Giacomo Perticone

Fattoria
47x30 olio su tela di Giacomo Perticone

UNA PROSPETTIVA DI LUCE NELLA PISTA DELLA SOLIDARIETÀ


UNA PROSPETTIVA DI LUCE
NELLA PISTA DELLA SOLIDARIETÀ
Negli ultimi tempi il mondo della solidarietà umana e dell'impegno sociale va caratterizzandosi sempre più per l'impegno rivolto in difesa della vita e in particolare dell'infanzia.
Lo spirito di volontariato e il senso elevato del dono di se stesso agli altri hanno, in particolare, negli artisti degli artefici genuini e instancabili.
Picasso innanzitutto, nel Novecento, ha dimostrato come l'arte e l'artista debbano mettersi a servizio della verità per l'affermazione dei diritti dei più deboli, degli anziani e dei bambini.
In sintonia con tale sentimento si muove da tempo Giacomo Perticone, pittore tenace e perseverante al quale va il merito di sostenere, con i sacrifici e il coraggio che è facile immaginare, una singolare campagna di adozioni a distanza di bambini più sfortunati dei nostri.
Adozione di giovani vite avviata attraverso il medium della pittura. Giovani vite alle quali sono ingiustamente negati il pane, le carezze, il calore della famiglia, le prospettive del futuro.
Con ogni sua opera pittorica, aderendo all'iniziativa che egli propone, chiunque può gioire del piacere dell'arte e allo stesso tempo sostenere e promuovere una vita umana indifesa.
Giacomo Perticone è un paesaggista per vocazione, dipinge campagne assolate e prati fioriti, boschi fitti di verde smeraldo e siepi rigogliose fiancheggiate da alberi tentacolari con i loro rami maestosi.
I colori vivaci, la materia sempre calda e luminosa, trasmettono la sua gioia di vivere e la sua voglia di coinvolgere gli altri nel progetto della solidarietà.
La luce, spesso dipinta all'imbrunire o all'aurora, colora i suoi spazi pittorici con sfumature e trasparenze che nella modulazione tonale determinano profondità dalle geometrie imprendibili.
Nella pittura recente non mancano i caseggiati rurali, le composizioni con frutta, glianimali al pascolo. tutte tessere di un mosaico ambientale dove l'equilibrio degli elementi
naturali sembra essere il modello di vita proposto agli uomini del nostro tempo.
Sì, Perticone, dipingendo i frammenti del creato cari al suo spirito, proietta sugli uomini uno spazio ideale disegnato di verginità e colorato di perfezione.
In tali spazi ogni uomo può specchiarsi per ritrovare l'io puro delle origini, quello ingenuo e semplice, rispettoso della natura e amante della vita.
Nei contesti paesistici, dove l'intervento dell'uomo si intreccia con le forme del creato, non manca la ricerca dell'equilibrio.
Si direbbe che Perticone purifichi i luoghi quasi filtrandoli, eliminando ciò che possa determinare contrasto e violenza, ingiuria e sopruso.
Nelle vite campestri come nei nidi di case i tracciati delle strade e i volumi abitativi non creano disturbo alla natura, anzi si armonizzano con essa in una simbiosi senza pari.
Paolo Giansiracusa

14 giugno, 2008




Cromie postmoderne in
Gianfranco BEVILACQUA
Negli anni cinquanta e sessanta, un tempo ormai storico, artisti oggi etichettati come materici hanno rivoluzionato, intenzionalmente o di fatto, l’antica maniera di fare arte, immagine, manufatto artistico. Wols e Dubuffet, Pollock e Fautrier, l’italiano Burri, interpreti dell’Informale più sentito e rigoroso, hanno operato, un netto distacco dalla tradizione figurativa: il quadro, per restare alla pittura, non come immagine d’altro, ma come luogo in cui la materia – per lo più materiali vili, sacchi grezzi, plastica ed altro – da immagine di se stessa. “Il quadro – scrive uno storico - consiste proprio nella materia in cui è costruito, in quanto dotata di una sua intrinseca espressività visiva e cromatica”. Lo stesso Lucio Fontana, che per altro verso anticipa il Concettuale, pur abbandonando la componente materica del colore, con il suoi tagli opera un gesto finalizzato a creare sulla tela o della stessa tela una nuova immagine-realtà.
Ma, di questo passo, i sopravvenuti concettuali degli anni settanta ( i fautori dell’Action Painting), sono andati aldilà dello stesso gesto intenzionale e creativo, volto ad una modulazione spaziale della superficie (si pensi al modulare segno di Capogrossi) per approdare negli anni successivi ad una operazione dagli esiti discutibilmente estetici e certamente di poca o scarsa valenza artistica. Sino ad incorniciare ed esporre come “opera d’arte” qualsiasi manufatto preesistente al gesto, qualsiasi scoria del tempo vissuto, qualsiasi muro sbrecciato, macchiato, corroso, dal tempo o ...dal piscio di un cane. Dopo molti decenni si tornava al grado zero, aniconico del Dada inizio secolo, all’abbandono del quadro come opera e, tutto sommato si condannava l’artista all’afasia o, come ancora talora avviene, ad operazioni di ormai banali quanto pretenziose reificazioni di manufatti ripescati dal robivecchi o dalla discarica. Tanto vale cambiare mestiere, come onestamente ammettevano alla fine del loro percorso gli stessi dadaisti.
Parallelamente è sopravvissuta una tradizione figurativa che, pur modificando e rinnovando i suoi mezzi espressivi, pur talora operando una semplificazione pop-iconica del manufatto d’arte, ha comunque operato un recupero dell’immagine oggettuale. L’opera d’arte come immagine costruita o reiventata, segno intenzionale e significante. E’ certamente il caso di Gianfranco Bevilacqua, artista che negli studi e nel vissuto di più decenni di ricerca e di attività ha rimodulato in proprio le molteplici esperienze dell’arte moderna e contemporanea, per esprimersi – con indubbia originalità ed efficacia – in poetiche cromie visivo-materiche. Stupendo esempio di come un’artista definibile postmoderno utilizzi creativamente il medium cromatico, acrilico, olio, vernice che sia. Addensato, corroso, raggrumato quanto basta perché venga percepito, se si vuole, con gusto materico, ma in realtà ‘consumato’ ad opera di una intenzionalità poetica ed estetica. Per significare, per dare immagine sensoriale ad un approdo visivo-emozionale. In una efficace operazione di astrazione lirica, supportata da una sicura e produttiva maestria tecnico-costruttiva, Bevilacqua sovrappone a cromie paesagistiche di prima stesura sensazioni, impressioni visivo-eidetiche, interiorizzazioni del vissuto autobiografico, espansioni della memoria, il desiderio di autoproiettarsi nell’immagine, oltre l’immagine.
Un’immagine frantumata per così dire a livello molecolare, frazionata e scomposta su piani di lettura e di vissuto in una interazione pendula, simbolica del dentro e del fuori, dell’al di qua e dell’al di là. Una visione cosmogonica, addensata sui permeanti neri, con improvvisi squarci di vivida luce, raggrumata da brucianti, lavici coaguli d’angoscioso spaesamento, infine protesa su fughe d’azzurro, verdi riposanti distese.Coniugando esemplarmente arte e vita, il reale e la sua immagine, Gianfranco Bevilacqua ci mostra il suo mondo immaginifico, la traccia formale di un uomo che attraversa, inquieto, ma sempre più fiducioso (Sereno verrà, è il titolo di una sua opera), il suo e il nostro tempo. Giuseppe F. Pollutri (agosto 2000)

13 giugno, 2008

"La vie en rose" di Amedeo Nicotra

Inaugurazione della Mostra personale di Amedeo Nicotra

Сиракуза - Римский амфитеатр

Сиракуза
Римский амфитеатр

До амфитеатра можно дойти по бульвару, пересекающему сад, начав прогулку от площади, расположенной напротив базилики св. Николая. Вдоль бульвара стоят многочисленные каменные саркофаги, происходящие из некрополей Мегары Иблы. Здание амфитеатра ориентировано на греческий театр, который, в свою очередь, ориентирован на Неаполис. Кажется, что «Ара ди Йероне», как и амфитеатр, ориентирована на холм Акрадина в направлении северо-запад/юго-восток; возможно это было обусловлено присутствием более древних улиц, идущих с юга, где находился главный вход. Нижняя, т.е. основная часть амфитеатра была почти полностью высечена в скале, за исключением южной стороны. Верхняя же часть, от которой практически ничего не осталось, представляла собой каменную кладку. Впечатляют размеры амфитеатра: 140 х 119 м, таким образом он превосходил два других сицилийских амфитеатра (в Катании и Термини Имерезе).
Арена окружена высоким подиумом, за которым идет кольцеобразный коридор, перекрытый сводом (крипта). На подиуме был установлен первый ряд ступеней, предназначенных для «высоких» гостей, чьи имена, в соответствии с предоставленными местами, были написаны там же, на мраморной балюстраде парапета (часть этих надписей III-IV в. дошла до наших дней). За коридором следовала нижняя кавея, единственная частично сохранившаяся, в то время как от средней и верхней кавеи остался только фундамент. Верхнее кольцо завершалось портиком, некоторые его колонны сохранились у подножия подиума. Сложная система трибун позволяла пройти к различным рядам. Два больших коридора с боковыми ответвлениями вели на арену (69,80 x 31,60), в центре которой было выдолблено широкое отверстие (15,50 x 8,70, глубина 2,5), первоначально покрытое деревянным полом, куда можно было войти из коридора, идущего с юга: речь идет об отверстии, предназначенном для различных механизмов, используемых во время спектакля. Подобные отверстия встречаются во всех амфитеатрах, не так хорошо оборудованных, как Колизей.
Главный, южный вход находился в точке пересечения двух важных дорог, отделявших Акрадину от Неаполиса и завершался перед амфитеатром в виде триумфальной арки эпохи Августа, от которой остался только фундамент. «От противоположной площади можно было спуститься к южному входу по целой системе широких ступеней: к северу от них находятся развалины большого фонтана, современника амфитеатра. Водоснабжение амфитеатра осуществлялось посредством крупного резервуара, имевшего три нефа с пилонами, и сохранившегося под базиликой св. Николая».
Хронология здания спорна, но не вызывает сомнения, что оно было возведено сразу после того, как Сицилия перестала быть колонией Августа, т.е. в последние десятилетия I в. до н.э. Это следует из строительной техники (стены, покрытые декоративными кирпичами в форме сетки; арки на основе кирпичной кладки), а также из фрагмента надписи, сделанной красивыми литерами эпохи Августа, которая упоминает одного из магистратов, создателей здания, а именно, некого Бетильено, судя по имени, происходившего из Алатри.
Валерио Массимо вспоминает представление с участием гладиаторов, происходившее в амфитеатре Сиракузы, важность этих гладиаторских зрелищ подтверждается совещанием сената, проходившем при Нероне в 58 г. н.э., который разрешил жителям Сиракуз превысить число гладиаторов, общепринятое в то время.


12 giugno, 2008

Corrado Di Pietro legge Leopardi


Giovedì 19 giugno
Corrado Di Pietro
legge
L’Infinito
di Giacomo Leopardi
Una lettura attenta, singolare e approfondita del testo leopardiano, considerato uno degli esiti più alti della poesia di tutti i tempi.
Di Pietro ci parlerà dello stile e della tecnica di versificazione adoperata da Leopardi nella stesura de ‘L’Infinito’ e ci farà capire la lezione poetica del recanatese che sta alla base della filosofia leopardiana, allargando il discorso sul fare poesia e sull’importanza della poesia stessa.

11 giugno, 2008

Poesie d'amore '08


Assoiazione Culturale Nuova Galleria Roma
12 giugno ore 18,30
Poesie d'Amore
3°edizione

Sulla poesia

E' dato all'uomo collocare entro limiti definitori la Poesia? Assolutamente no.
Perché la Poesia è un "agire culturale", è brivido dell'Anima che s'invaga del respiro del Cosmo, è
la commossa partecipazione alla ri-velazione del mistero della vita, è la sollecita comunicazione che sapora di compassione. L'agito della Poesia conduce attraverso il labirintico sentiero della Verità, quella verità che non mi offre il quadrato perfetto ma il perfettibile; non la verità stilata in
protocolli e da pochi e a favore dell'egoico potere, ma mi sollecita a vegliare su norme condivise, al fine di offrire gioia, speranza e amore. La Poesia enigmatica compagna di banco.
Immagino la Poesia al modo di una fanciulla, teneramente abbarbicata ad una quercia; la seguo,
mentre,scalza,si solleva tra le braccia di Eros fanete; ora i suoi occhi, velati di solitudine, volgono
lo sguardo…anzi non mirano più lo sfarfallìo del vestito provocante…lo sguardo scivola su piste
innevate che traversano burroni scoscesi; quello sguardo, che s'afforza e a gomitate chiede spazi più
ampi,incontra immagini e sono le immagini primarie, quelle che hanno dato forma al mondo di qui:
furie impazzite, tiranni sanguinari, daimones che impongono incesti, che succhiano il sangue dei
fratelli,che separano magnati e straccioni perché i primi vivono di fame famelica; intanto lo sguardo
s'invera e, uscito dal buio che soffoca, si volge più in su, si avvolge di luce e lì donne che si
avvolgono nel mantello azzurro per preservare l'onesta rettitudine, ma sono poche e sono donne
di ferro che a mo' di macigni empiono spazi immensi e lanciano intense faville di bontà; in quel luogo-non luogo lo sguardo incontra la bonaria sofferenza di uomini che insegnano la misura nel dire e nel fare, uomini gravati di tutto il dolore del mondo,e perciò sapienti e perciò pronti a donarsi.
Ora la fanciulla balenata alla mia immaginazione, prende lo stilo e, con un linguaggio tutt'altro che
semplice,-è facile dire l'indicibile?-tenta di rivelare in morfeni quanto ha "visto", e perciò sa.
Ardua impresa! A buon diritto leggiamo in un frustolo dell'Autore di Derveni:" mettete porte alle
orecchie". La metafora è rivolta ai molti non iniziati alla Poesia.
Techne e pathos sono gli ingredienti necessari al dire poetico e il bagaglio è pesante e non tutti
sopportano il carico. I più sanno leggere lo spasimo di un'anima che vive l'eterna presenza dell'assenza? Sanno intuire la presenza costante o non scissa del sì e del no, che blocca ogni passo
e che fa dell'uomo l'archegeta del mistero dei misteri? Forse è questa la Poesia?

Lucia Arsì
Siracusa Gennaio 2008

09 giugno, 2008

Poesie d'amore '08

Associazione Culturale Nuova Galleria Roma
via Maestranza 110
Recital di Poesie
giovedì 12 giugno alle ore 18,30

L'Associazione Culturale "Nuova Galleria Roma" pose un seme, qualche anno fa, tra le mura della Galleria omonima. Un seme che tutti abbiamo curato e visto crescere. Il seme della Poesia. Non ci importano i parametri tecnico-formali o le competenze del Poeta che stanno alla base della nozione, pur non negando l'importante aspetto che indubbiamente questi costituiscono. A noi della Galleria Roma importa che questo seme diventi un segno di vita affinché crescendo, possa ergersi, a voler adoperare le parole di Montale, a barriera dell' effimero e del fatiscente".Probabilmente è per questo che oggi la poesia vive un periodo di malinconico declino,calano le vendite di libri di poesia, in diretta proporzionalità con la crescita de codici e dei prodotti mediatici che invece comunicano direttamente con la lingua di tutti i giorni, avvicinando notevolmente la poesia al parlato. Abbigliamento casual e cultura casual in stretta connessione. Molti, disperatamente ,si affidano alle pagine di internet, per un conforto condiviso e universale a cui tuttavia manca quell'elemento strettamente umano e viscerale che è il contatto. La poesia si legge ma soprattutto si condivide,tra uomini,tra persone vere di coraggiosi sentimenti. Neruda affermava con ironia che il mondo è pieno di poeti e noi di Galleria Roma diamo ospitalità ad una piccolissima parte di questa "comunità letteraria" che nella poesia riunisce il tempo, la storia, i morti ed i vivi, le città e le nazioni. Ciò che importa è non essere poeti per sé stessi perché si è poeti per il rapporto che si ha con gli altri e con la vita in genere nel reale quotidiano. Parafrasando Montale, i poeti stessi sono i soldati che combattono l'"effimero e il fatiscente" contro cui, come in una vera battaglia, lanciano i dardi dei propri versi, nella loro breve vita.
Salvatore Zito
Presidente di "Nuova Galleria Roma"
Le poesie sono di:

Adorno Errico
Cassone Marika
Carbonaro Antonella
Cimino Tommaso
Di Pietro Corado
Garofalo Sabrina
Garro Umberto Mario
Harrabi Ramzi
Intressalvi Chiara
Latina Andrea
Lo Bello Azzurra
Mortellaro Gabriella
Nicotra Amedeo
Pistritto Federica
Risi Nando
Szok Barbara
Trommino Mario
Yazidi Miryam
Yazidi Nadia

02 giugno, 2008

Siracusa



Siracusa . Sarausa. Сиракузы. سيراقوسة . סירקוזה. シラクサ. 锡拉库萨. 시라쿠사. Sirakusa. Sirakuze. Syracusae. Syracuse. Syrakus. Syrakusa. Syrakuzy

"La vie en rose" di Amedeo Nicotra presentazione di Tommaso Cimino


'800 Siciliano


OTTOCENTO SICILIANO

la più completa raccolta dell'arte siciliana dell'Ottocento a cura di

Giovanni Jurato e Paolo Bonaiuto

nel sito della Galleria Roma

Siracusa Monumenti greci

I monumenti greci di Siracusa
nel sito della Galleria Roma

La Solitudine

La solitudine,
tra i più grandi problemi esistenziali della moderna epoca,può risultare il luogo d'incontro con Dio, se dietro c'è stato un lungo percorso di fede, di amore e carità.
Sebastiano Moscuzza

Poesie d'amore '08

Poesie d'Amore '08
12 giugno
L'Associazione Culturale "Nuova Galleria Roma" pose un seme, qualche anno fa, tra le mura della Galleria omonima. Un seme che tutti abbiamo curato e visto crescere. Il seme della Poesia. Non ci importano i parametri tecnico-formali o le competenze del Poeta che stanno alla base della nozione, pur non negando l'importante aspetto che indubbiamente questi costituiscono. A noi della Galleria Roma importa che questo seme diventi un segno di vita affinchè, crescendo, possa ergersi, a voler adoperare le parole di Montale,a barriera dell'"effimero e del fatiscente".Probabilmente è per questo che oggi la poesia vive un periodo di malinconico declino,calano le vendite di libri di poesia, in diretta proporzionalità con la crescita de codici e dei prodotti mediatici che invece comunicano direttamente con la lingua di tutti i giorni, avvicinando notevolmente la poesia al parlato. Abbigliamento casual e cultura casual in stretta connessione. Molti, disperatamente ,si affidano alle pagine di internet, per un conforto condiviso e universale a cui tuttavia manca quell'elemento strettamente umano e viscerale che è il contatto. La poesia si legge ma soprattutto si condivide,tra uomini,tra persone vere di coraggiosi sentimenti. Neruda affermava con ironia che il mondo è pieno di poeti e noi di Galleria Roma diamo ospitalità ad una piccolissima parte di questa "comunità letteraria" che nella poesia riunisce il tempo, la storia, i morti ed i vivi, le città e le nazioni. Ciò che importa è non essere poeti per sé stessi perché si è poeti per il rapporto che si ha con gli altri e con la vita in genere nel reale quotidiano. Parafrasando Montale, i poeti stessi sono i soldati che combattono l'"effimero e il fatiscente" contro cui, come in una vera battaglia, lanciano i dardi dei propri versi, nella loro breve vita.
Salvatore Zito
Presidente dell'Associazione Culturale Nuova Galleria Roma

"La vie en rose" di Amedeo Nicotra


Galleria Roma
via Maestranza 110
"La vie en rose"
di Amedeo Nicotra
7-17 giugno